Data una carica sorgente Q distante r da una carica di prova q, è utile ricordare le formule:
Fq=4πϵ01r2Q⋅qr[N]E=qFq=4πϵ01r2Qr[CN]
Cariche Puntiformi Equidistanti
Date due cariche sorgenti Q1 e Q2 equipotenziali, entrambe poste sull’asse orizzontale e distanti d dall’origine: una carica è posta a -d e l’altra a distanza d.
Data una carica q che giace sull’asse verticale ad altezza h, si vuole calcolare la forza di Coulomb Ftot che subisce tale carica a causa delle due sorgenti.
Q1 si congiunge a q tramite il raggio r1 e applica la forza F1. Q2 si congiunge a q tramite il raggio r2 e applica la forza F2.
L’asse orizzontale delle x forma con r1 un angolo θ posto in corrispondenza della carica Q1. Lo stesso angolo si genera anche con r2 in corrispondenza di Q2 grazie al fatto che le cariche sorgenti sono equidistanti.
Si possono scomporre le forze nelle due componenti date dagli assi cartesiani:
F1F2=F1x⋅x+F1y⋅y=F2x⋅x+F2y⋅y
Inoltre, si può scrivere una mezza eresia per semplicità di notazione: F1x=F1x. Tale vettore ha sicuramente direzione orizzontale (l’unico dubbio potrebbe essere sul verso, che è lo stesso di F1).
Sulla prima immagine si potrebbe fare un ingrandimento del tipo:
Da questo punto in poi, non è più necessario utilizzare la notazione vettoriale poiché si è compreso che la forza totale applicata sulla carica q è diretta verticalmente verso l’alto.
Come esplicitato di sopra, noti i valori di d ed h si trova il valore (in modulo) del raggio r. Noti i valori di Q e q, la legge di Coulomb permette di scrivere:
F=F1=F2=4πϵ01r2Q⋅q
Grazie al fatto, come detto in precedenza, che sin(θ)=h/r, si può scrivere:
Dato un filo carico di lunghezza 2L posto sull’asse orizzontale in modo che l’origine degli assi si trovi esattamente a metà di tale filo. Il filo possiede una carica q
distribuita uniformemente con densità lineare di carica λ su tutta la sua lunghezza. Sia P un punto che giace sull’asse verticale, ad altezza h dall’origine. Si vuole calcolare il campo elettrico E sul punto P dato dal filo carico.
Ogni elemento infinitesimo di lunghezza dl contiene una carica infinitesima dq che apporta il contributo infinitesimo dE al campo elettrico nel punto P. In questo caso, l’asse z è trascurabile perché il filo e il punto si trovano sul piano formato dagli assi x e y.
Preso un elemento dl sul filo carico a distanza l dall’origine, si forma un angolo θ tra il punto sul filo, il punto P e l’origine degli assi. Inoltre, dl si congiunge a P tramite il raggio vettoriale r, come si può apprezzare in figura:
I contributi infinitesimi al campo elettrico sono dati da:
In ogni punto P appartenente all’asse y, si può affermare che i contributi al campo E di coppie di elementi infinitesimi equidistanti dall’origine sono diretti lungo l’asse y.
dE=4πϵ01r2λ⋅dlcos(θ)⋅y
Per ottenere E su P si integra dE su tutta la lunghezza del filo 2L.
Prima di effettuare l’integrale, è utile ragionare sulle implicazioni di aver scelto l’angolo θ in quella posizione:
Si può notare che, se l’angolo ha estensione massima allora ci si trova sul filo nel punto più lontano dall’origine, ovvero:
θ=θ\O⟹l=L⟹sin(θ\O)=rL=L2+h2L
Grazie alla formula del seno di θ esplicitata in precedenza, si può scrivere:
E=2πϵ0hλsin(θ\O)=2πϵ0hλL2+h2L
Se il filo carico avesse lunghezza infinita, bisognerebbe scrivere:
L→∞limE=L→∞lim=2πϵ0hλL2+h2L=2πϵ0hλ
Filo Carico Verticale
Dato un filo carico di lunghezza L posto sull’asse y ad distanza a dall’origine in modo che si estenda da y1=−a fino a y2=−a−L. Il filo possiede una densità lineare di carica λ nota. Sia P un punto che giace sull’origine degli assi cartesiani, si vuole calcolare il campo elettrico E sul punto P dato dal filo carico.
In questo esercizio l’asse z si può tranquillamente ingorare e si indica y come l’asse verticale.
Si suddivide la distribuzione di carica in elementi di lunghezza infinitesima dl, i quali sono orientati lungo l’asse y. Ogni contributo dl si congiunge a P tramite il raggio vettoriale r, il quale giace sull’asse verticale delle y:
direzione: verticale,
verso: verso l’alto.
Si può scrivere:
r≡y
Si nota inoltre che il contributo orizzontale al campo elettrico è nullo:
Un anello carico è una circonferenza carica solo sul proprio perimetro.
Dato un anello carico con densità lineare di carica λ che giace sul piano xy. L’anello ha raggio R (noto) ed il centro che coincide con l’origine degli assi. Sia P un punto che giace sull’asse z ad altezza h dall’origine degli assi. Si vuole calcolare il campo elettrico E sul punto P dato dall’anello carico.
Si suddivide l’anello in elementi di lunghezza infinitesima dl. Ogni elemento infinitesimo di lunghezza dl contiene una carica infinitesima dq che apporta il contributo infinitesimo dE al campo elettrico E nel punto P. Inoltre, da dl parte un raggio vettore r che congiunge dq al punto P.
Si forma un angolo θ tra il semi-asse delle x positive e il raggio R, il quale congiunge il contributo dl sull’annello carico con l’origine degli assi.
dl=R⋅dθ⟹dq=λ⋅dl=λ⋅R⋅dθ
Si forma un angolo φ tra il semi-asse delle z positive e il raggio vettore r, il quale congiunge il contributo dl sull’annello carico con il punto P.
{h=rcos(φ)R=rsin(φ)⟹cos(φ)=h/r⟹r=R2+h2
Il contributo infinitesmo al campo elettrico si scrive come:
È importante notare come i contributi dEx e dEy non sono identicamente nulli. Per ogni elemento dl esiste un elemento dl’ che genera dei contributi dEx′ e dEy′ i quali annullano i contributi dEx e dEy. Dunque, l’unico contributo che non viene annullato è quello diretto verso l’asse verticale.
Per ottenere Ez si integra dEz sulla distribuzione di carica, ovvero i 360 gradi della circonferenza: l’angolo θ varia da zero a 2π radianti per fare tutto il giro della circonferenza.
Un disco carico è una circonferenza carica sia sul proprio perimetro che all’interno della propria area. Questo esercizio riprende il precedente ma ne aumenta la complessità. Si passa da una a due dimensioni e dunque da un integrale singolo ad uno doppio, per il calcolo del campo elettrico.
La superficie S che rappresenta il disco carico, ha una densità superficiale di carica σ. Si suddivide S in elementi di superficie infinitesima dS. Ognuno di questi elementi contiene una carica infinitesima dq che apporta il contributo infinitesimo dE al campo elettrico E nel punto P. Inoltre, da dS parte un raggio vettore r che congiunge dq al punto P. L’elemento dS si muove anche all’interno della superficie (e non più solo sul perimetro come nell’esempio precedente), bisogna quindi introdurre un braccio ρ che và da zero (origine degli assi) fino ad R (raggio della circonferenza). L’angolo θ che ρ forma con il semi-asse positivo delle x, andrà (come prima) da zero a 2π per “coprire” tutta la circonferenza.
Si può esprimere dS utilizzando le coordinate cilindriche:
⎩⎨⎧x=ρcos(θ)y=ρsin(θ)z=z
dS=ρ⋅dρ⋅dθ⟹dq=σ⋅dS=σ⋅ρ⋅dρ⋅dθ
Il raggio vettore r congiunge il contributo dS a distanza ρ dall’origine degli assi al punto P ad altezza h sull’asse verticale z. Si può costruire un triangolo rettangolo in cui h e ρ sono i cateti ed r è l’ipotenusa.
r=ρ2+h2
L’angolo φ, come nell’esempio precedente, è posto in corrispondenza del punto P ed è formato tra il vettore r e l’altezza h:
{h=rcos(φ)⟹cos(φ)=h/rρ=rsin(φ)
Il contributo infinitesmo al campo elettrico si scrive come:
Anche in questo caso è importante notare come i contributi dEx e dEy non sono identicamente nulli, ma trovano dei contributi opposti in verso che li annullano. Rimane solo il contributo che agisce sull’asse verticale.
Esistono due metodi per calcolare il potenziale elettrico di un anello carico. Dato il punto P che giace sull’asse z a distanza h dall’origine degli assi, si può scrivere:
V(P)=∫P∞E⋅dl
Si sceglie il percorso γ più conveniente per andare da P all’infinito. Un percorso molto conveniente è seguire l’asse z:
dl=00dz
Per evitare ambiguità e poiché si sta trattando con un generico punto P, si può riprendere la formula del campo elettrico dell’anello carico e sostituire h con z.
Ez=2ϵ0λ(R2+z2)3/2R⋅z
Integrare da P all’infinito significa integrare dall’altezza h all’infinito in direzione dell’asse z, ovvero in dz:
Il secondo metodo per il calcolo del potenziale elettrico consiste nel sommare tutti i contributi infinitesimi dV(P) che provengono dagli elementi di carica infinitesima dq contenuti negli elementi di lunghezza infinitesima dl.
Come visto in precedenza, la carica infinitesima equivale a:
dq=λ⋅dl=λ⋅R⋅dθ
In precedenza si è anche visto che il raggio r è l’ipotensuna di un triangolo in cui R ed h sono i cateti:
r=R2+h2
Si può quindi procedere al calcolo del potenziale elettrico:
Esistono due metodi per calcolare il potenziale elettrico di un disco carico. Dato il punto P che giace sull’asse z a distanza h dall’origine degli assi (ovvero dal centro del disco carico), si può scrivere:
V(P)=∫P∞E⋅dl
Si sceglie il percorso γ più conveniente per andare da P all’infinito. Un percorso molto conveniente è seguire l’asse z:
dl=00dz
Per evitare ambiguità e poiché si sta trattando con un generico punto P, si può riprendere la formula del campo elettrico del disco carico e sostituire h con z.
Ez=2ϵ0σ(1−R2+z2z)
Integrare da P all’infinito significa integrare dall’altezza h all’infinito in direzione dell’asse z, ovvero in dz:
Il secondo metodo per il calcolo del potenziale elettrico consiste nel sommare tutti i contributi infinitesimi dV(P) che provengono dagli elementi di carica infinitesima dq contenuti negli elementi di superficie infinitesima dS.
Come visto in precedenza, la carica infinitesima equivale a:
dq=σ⋅dS=σ⋅ρ⋅dρ⋅dθ
In precedenza si è anche visto che il raggio r è l’ipotensuna di un triangolo in cui ρ ed h sono i cateti:
r=ρ2+h2
Si può quindi procedere al calcolo del potenziale elettrico:
In entrambi i casi il risultato è corretto. Alcuni esercizi si risolvono più facilmente in un metodo piuttosto che in un altro. È importante conoscerli entrambi.
Teorema di Guass
ϕE=∬SE⋅ndS=ϵ0qenc
Filo Infinito Carico
Si tratta di un esercizio un po’ atipico, vista la superficie di Gauss scelta.
Un filo carico di lunghezza L infinita giace sull’asse y. Il filo ha carica q e densità lineare di carica λ. Il punto di osservazione P si trova sull’asse z a distanza h dall’origine degli assi (e dunque dal filo), ovvero P=(0,0,h). Si vuole calcolare il campo elettrico E sul punto P.
Grazie al teorema di Gauss, si sceglie di costruire una superficie cilindrica S che interseca il punto P nella sua superficie laterale SL. Il cilindro ha lunghezza L→∞ e raggio r=h. Il cilintro possiede la stessa densità lineare di carica λ del filo carico. Si può scrivere:
q=λ⋅L
Si osserva inoltre che l’area della superficie laterale è data da:
area SL=ASL=∬SLdS=2πrL[m2]
Osservando il sistema con l’asse y “diretta verso l’osservatore” si vede questa figura:
Poiché sia il filo carico che la superficie di Gauss hanno la stessa lunghezza, si può scrivere:
qenc=carica del filo⋅lunghezza del filolunghezza di S=q⋅LL=q⟹qenc=q
Grazie al teorema di Gauss, il flusso del campo elettrico è:
ϕE=∬SE⋅ndS=ϵ0qenc⟹ϕE=ϵ0q
La superficie chiusa ϕE viene esplosa in tre superfici: la laterale SL, la base n°1 B1 e la base n°2 B2.
Per quanto riguarda SL, la normale è diretta come il campo elettrico nella regione centrale del cilindro:
E⊥n
Per quanto riguarda invece le basi, la normale è parallela all’asse del cilindro: una è diretta con verso y e l’altra in verso opposto, ovvero −y.
ϕE=∬SLE⋅ndS+∬B1E⋅ndS+∬B2E⋅ndS=ϵ0q
I due integrali aventi B1 e B2 come dominio, si annullano tra loro. Come contributo al flusso, rimane la componente integrata sulla superficie laterale:
Il teorema di Gauss permette quindi di calcolare il campo elettrico:
E(r)=2πϵ0rλ
Per ottenere la sua forma vettoriale, si aggiunge il versore dell’asse z poiché il punto di osservazione P giace su tale asse:
E(r)=2πϵ0rλ⋅z
Filo Infinito Carico Traslato
Questo esercizio riprende il precedente ma con un cambiamento molto importante: il filo infinito carico giace sul piano xy a distanza a dall’origine, in modo da essere parallelo all’asse y. Si individua un punto A=(a,0,0) che interseca il filo carico con asse x. Il punto P giace sull’asse z ad una distanza 2a rispetto all’origine, ovvero P=(0,0,2a).
Si forma come superficie di Gauss un cilindro S con centro in A e che interseca P. Il cilindro ha lato L→∞. Il centro della superficie si congiunge a P tramite il raggio vettore d.
Si può formare un triangolo rettangolo di cui il raggio vettore d è l’ipotenusa e i cateti sono rispettivamente 2a (sull’asse z) ed a (sull’asse x). In questo modo si può scrivere:
d=(2a)2+(a)2=4a2+a2=a5
Tra il raggio e l’altezza del punto P si forma un angolo φ tale che:
In modo simile al caso precedente, si arriva ad un campo elettrico che in modulo vale:
E(d)=2πϵ0dλ
Si osservi come si utilizza d anziché r per differenziarlo dal caso precedente.
E(d)=2πϵ0dλ⋅d
Per ottenere la forma vettoriale del campo elettrico, a causa della traslazione sull’asse delle x, bisogna studiare il comportamento del campo nelle componenti x e z.
{Ex=E⋅x=−E⋅sin(φ)Ez=E⋅z=E⋅cos(φ)
Come si può vedere dall’immagine, la proiezione del campo elettrico sull’asse x ha verso opposto al versore x.
N.B. Nell’immagine si omette la superficie S per concentrare l’attenzione sui versi dei vettori.
Il campo magnetico infinitesimo dB generato da una porzione di filo di lunghezza dl, percorso da corrente i, posto alla distanza r:
dB=4πμ0ir2dl×r
Il campo magnetico totale è l’integrale di dB su tutta la lunghezza del filo:
B=∫filodB
Semi-circonferenza
Un filo percorso da corrente i percorre una semi-circonferenza attorno al punto P con un raggio r1. Dopo un tratto orizzontale, il filo “torna indietro” percorrendo una semi-circonferenza con un raggio r2<r1.
Angolo che si forma tra in contributo dl e il vettore r1 è θ=π/2 per tutta la semi-circonferenza. Si può scrivere:
L’integrale del contributo vettoriale infinitesimo dl calcolato su una semi-circonferenza qualsiasi di raggio r, può essere riscritto in termini più geometricamente corretti.
Sia θ l’angolo che si costruisce nel punto P tra l’asse orizzontale e il raggio r (il quale segue dl per tutta la semi-circonferenza).
L’integrale sul filo si può riscrivere come l’integrale del raggio che moltiplica l’angolo infinitesimo tra 0° e 180°:
∫semi-crf.dl=∫0πr⋅dθ=r⋅[θ]0π=π⋅r
Campo Elettrico nel Dielettrico
Il teorema di Gauss nella sua forma integrale è utile nel calcolo del campo elettrico E in presenza di distribuzioni di carica aventi una particolare simmetria.
∬SD⋅ndS=qlibenc
Condensatore a faccie piane
Si prenda un sistema composto da un condensatore a faccie piane parallele. Tra le armature, è presente un dielettrico con costante dielettrica relativa ϵr nota. Tra entrambe le armature metalliche del condensatore e il dielettrico, sono presenti dei volumi di aria.
Si vuole studiare il campo vettoriale di spostamento elettrico D utilizzando il teorema di Gauss. Si suddivide il sistema in 3 regioni:
aria tra l’armatura positiva e il dielettrico,
interno del dielettrico,
aria tra il dielettrico e l’armatura negativa.
Sulla superficie positiva dell’armatura, le cariche libere hanno densità superficiale di carica libera +σlib. Sulla superficie negativa dell’armatura, le cariche libere hanno densità superficiale di carica libera −σlib.
Per calcolare il campo di spostamento elettrico nella regione (1), si costruisce una superficie di Gauss (chiamata, al solito, S) a forma di cilindro. La base inferiore di tale cilindro si trova all’interno dell’armatura positiva mentre la base superiore (chiamata SB, verrà utilizzata in seguito) si trova nella regione (1) in cui è presente il volume d’aria. La superficie laterale SL si trova per metà nell’armatura metallica e per metà nell’aria.
ϕD=∬SD⋅ndS=qlibenc=σlib⋅SB(fpp.1)
Si suddivide l’integrale chiuso su S come la somma di tre integrali aperti:
L’integrale sulla base inferiore si annulla perché, all’interno dell’armatura metallica, sia il campo elettrico che (di conseguenza) il campo di spostamento elettrico sono nulli.
Lungo la superficie laterale, la normale n forma un angolo θ=π/2 con il campo D. Il loro prodotto scalare è:
D⋅n=D⋅n⋅cos(θ)=0⟸cos(π/2)=0
Rimane solo il contributo sulla base superiore, dove la normale forma con il campo di spostamento elettrico un angolo piatto: θ=0. Il loro prodotto scalare è:
D=D1 nella regione (1)θ=0 nella base superiore SBD⋅n=D⋅n⋅cos(θ)=D1
Mettendo in relazione (fpp.1) ed (fpp.2), si può scrivere:
D1⋅SB=σlib⋅SB⟹D1=σlib
Nella regione (1), il modulo del campo vettoriale di spostamento elettrico D è uguale alla densità superficiale di carica libera.
L’aria è un dielettrico con densità molto bassa: la sua costante dielettrica relativa è approssimativamente unitaria: ϵr≈1. Il modulo del campo elettrico nella regione (1) è quindi:
E1=ϵ0ϵrD1=ϵ0σlib
Il campo di polarizzazione risulta invece essere:
P1=ϵ0χE1=ϵ0(ϵr−1)E1=0
Per calcolare il campo di spostamento elettrico nella regione (2), si costruisce una superficie di Gauss a forma di cilindro. La base inferiore di tale cilindro si trova all’interno dell’armatura positiva mentre la base superiore SB si trova nella regione (2), ovvero all’interno del dielettrico. La superficie laterale SL si trova parzialmente nell’armatura metallica, nell’aria e anche nel dielettrico.
Nella superficie è presente sia carica libera positiva (in rosso) che carica di polarizzazione negativa (in blu). Il flusso del campo D non dipende dalla carica di polarizzazione, si può quindi scrivere:
Il modulo del campo di spostamento elettrico all’interno del dielettrico equivale alla densità di carica libera:
Ddiel=σlib
Per le stesse considerazioni fatte di sopra, il flusso del campo D è dato solamente dal contributo dell’integrale effettuato sulla base superiore, dove la normale forma con il campo di spostamento elettrico un angolo piatto.
D=D2 nella regione (2)θ=0 nella base superiore SBD⋅n=D⋅n⋅cos(θ)=D2
Il dielettrico ha costante dielettrica relativa ϵr nota, quindi il modulo del campo elettrico nella regione (2) è:
E2=ϵ0ϵrD2=ϵ0ϵrσlib
Moltre linee del campo che partono dalle cariche libere presenti sull’armatura positiva, vengono assorbite dalle cariche di polarizzazione presenti nel dielettrico.
P2=ϵ0χE2=ϵr(ϵr−1)⋅σlib
Il modulo del vettore di polarizzazione nella regione (2) è una frazione della densità di carica libera. Maggiore carica libera si ha sull’armatura, più intenso sarà il campo elettrico e più intensa sarà la polarizzazione del dielettrico.
Si può definire:
Pdiel=ϵr(ϵr−1)⋅σlib
Per calcolare il campo di spostamento elettrico nella regione (3), si costruisce una superficie di Gauss a forma di cilindro. La base inferiore di tale cilindro si trova all’interno dell’armatura positiva mentre la base superiore SB si trova nella regione (3), ovvero all’interno del dielettrico. La superficie laterale SL si trova parzialmente nell’armatura metallica, nell’aria, nel dielettrico e nuovamente nell’aria.
Come nel caso precedente, il flusso del campo D non dipende dalla carica di polarizzazione, ma solo dalla carica libera. Per gli stessi ragionamenti fatti in precedenza, si può scrivere:
D3=σlib
La regione (3) si trova in aria, la quale ha costante dielettrica relativa approssimativamente unitaria. Si può scrivere:
ϵr=1⟹E3=ϵ0ϵrD3=ϵ0σlib=E1
Il campo di polarizzazione risulta invece essere:
P3=ϵ0χE3=P1=0
La differenza di potenziale è l’area sottesa dalla funzione di E:
ΔV=∫+−E⋅dl
A parità di carica, la differenza di potenziale è minore nel caso in cui sia presente il dielettrico.
Lastra di dielettrico
Si vuole studiare la distribuzione delle cariche di polarizzazione su una lastra di dielettrico.
Le cariche di polarizzazione Qpol si formano nella zona in cui il dielettrico entra a contatto con l’aria ed hanno:
segno negativo sulla superficie inferiore,
segno positivo sulla superficie superiore.
Tali cariche hanno densità superficiale di carica di polarizzazione σpol rispettivamente con segno negativo sulla superficie inferiore e segno positivo sulla superficie superiore.
Si distinguono tre diverse regioni:
(A): faccia inferiore del dielettrico con −σpol,
(B): volume del dielettrico,
(C): faccia superiore del dielettrico con +σpol.
Grazie alla formula seguente, si può studiare il vettore di polarizzazione elettrica P:
σpol=P⋅n
Si sta studiando un sistema che è sempre all’interno del dielettrico, dunque il modulo del vettore di polarizzazione P è sempre uguale a quello della regione (2) dell’esercizio precedente:
P=Pdiel=ϵr(ϵr−1)⋅σlib
N.B. Il prodotto scalare tra i due vettori implica il calcolo del coseno dell’angolo compreso.
Nella regione (A) i due vettori formano un angolo piatto:
La densità (superficiale) di carica di polarizzazione nelle regioni (A) e (C), in cui il dielettrico si interfaccia con l’aria, è molto minore rispetto alla densità (superficiale) di carica libera.
σpol,Aσpol,Bσpol,C=−Pdiel=0=Pdiel
Più carica libera è presente, più intenso è il campo elettrico e più intensa è la polarizzazione del dielettrico.